Of the Surface of Things

Asher Liftin, a cura di Anna Vittoria Magagna

Asher Liftin (New York, 1998) torna alla Galleria Alessandro Albanese, dopo la sua prima mostra personale in Italia a Milano. Questa volta, nella sede di Matera, elabora un nuovo progetto espositivo, a cura di Anna Vittoria Magagna, che inaugurerà il prossimo 17 dicembre 2022.

Il titolo della mostra Of the Surface of Things proviene dall’omonima poesia di Wallace Stevens, in cui il poeta riflette sulle modalità di osservazione del mondo, “della superficie delle cose” per citare letteralmente il titolo, tra realtà e immaginazione, un dualismo al centro della ricerca di Liftin. Il poeta si veste del mantello dell’immaginazione e oscura il mondo reale, per questo gli elementi della natura appaiono di colori diversi e nuovi. Da questa consapevolezza di rinnovata rappresentazione, si delineano le figure di Liftin, con una ricerca visiva dall’indice ampio: come fotografie trovate o scattate personalmente dall’artista e da icone dei media, come la televisione o il cinema. Le opere in mostra sottolineano la loro provenienza riproponendo le trame della fotografia digitale in pittura, simili a dei pixel, o a filtri cinematografici luminosi.  

I soggetti spesso semplici e familiari vengono rielaborati digitalmente, privandoli dei loro riferimenti iconografici, per proporli nuovamente in pittura. Come nell’opera Torso in Torque, in cui si riprende un nudo tardivo di Picabia, o, ancora, nature morte come in Still Life of Fruit and Pistachios, in cui il soggetto è una fotografia dell’artista, e l’opera omaggio Flower in Turcato, in cui la natura morta è circoscritta all’interno di un tracciato gestuale sulla tela. Il gesto torna protagonista nel dittico The Conformist, in cui l’immagine tratta dal film di Bertolucci, viene sovrastata da una griglia, che imita un disegno trovato su un pacco consegnato all’artista, forse da parte del postino, per cancellare il suo indirizzo. Asher Litin si concentra sulla sintesi di questi stimoli visivi come portatori di informazioni e concetti. 

Of the Surface of Things crea una foresta di segni eterogenei in continua tensione tra immaginazione e realtà, in cui il rapporto tra immagine, segno e gesto dell’artista sono lente del mondo. In questo senso, l’immaginazione diventa strumento di conoscenza e l’arte lo spazio di interrogazione della nostra realtà.