
Riccardo Licata
Torino, 1929 - Venezia, 2014
Riccardo Licata, artista nato a Torino nel 1929 e con un trascorso artistico Parigino, diventa uno dei maestri dell’arte informale a cavallo della metà del XX secolo e poi inventore di un linguaggio personale, una sorta di alfabeto che, nel corso dei decenni, l’artista ha elaborato e che è andato sempre più strutturandosi ed organizzandosi, sul piano della tela, secondo campi e fasce parallele, quasi si trattasse di una composizione musicale, che lo vedrà protagonista in questo clima artistico europeo, interprete precocissimo ed originale di tutto lo sviluppo dell’Arte contemporanea, ma anche un formidabile testimone del percorso, ancora non sufficientemente esplorato delle Arti applicate nella cultura europea del nostro tempo.
L’artista sviluppa un linguaggio inconfondibile, quello della grafia automatica, della meta-scrittura che diventa segno, pittura. La sua ricerca, sin dagli esordi degli anni Cinquanta, si allinea con quella di autori come Giuseppe Capogrossi, Carla Accardi, solo per rimanere nel panorama italiano, vale a dire con quella della corrente informale cheha ereditato dall’avanguardia surrealista l’uso del segno coniugato alla materia del colore
La sua ricerca utilizza la pittura come strumento per indagare il concetto di tempo, reinventando eventi non raccontati all’interno di contesti storici reali. Attraverso la fusione di realtà e storia fittizia, Ruccia mette in gioco la nozione di autenticità, sottolineando il ruolo della citazione come catalizzatore di nuove riflessioni. Questa pratica si applica sia alle opere più recenti, dove il tempo è trattato come una dimensione antica a cavallo tra Medioevo e Rinascimento, sia a serie precedenti. L’uso di realtà preesistenti è inoltre centrale nei suoi collage e nei lavori video, in cui la storia viene frammentata e ricomposta per delineare una nuova visione.